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dalla parte del padre

tratto da D.NOVARA,Dalla parte dei genitori,Franco Angeli Milano,2009

Viviamo in unʼepoca ossessionata dalla cura infantile, interpretata come protezione continua, con unʼenfasi sulle funzioni affettive, se non più precisamente affettuose, che segna senzʼaltro un passaggio storico estremamente significativo. E così, come abbiamo visto, quando si parla di assenza del padre si fa in genere riferimento, da un punto di vista sociologico, a unʼassenza sul piano della cura e dellʼaccudimento dei figli. Si sostiene ad esempio che i padri siano presenti se fanno il bagnetto al neonato o se dedicano una parte della loro giornata a giocare coi figli, e assenti se non lo fanno. Si crea una visione profondamente equivoca sulla funzione del padre, quasi che il suo ruolo fosse incastonato unicamente nella supplenza materna di accudimento.
Questo pensiero, che deriva anche in parte del positivo processo di emancipazione femminile, e segna uno spartiacque storico nella crisi della figura tradizionale del pa- dre, rischia di distruggere il significato profondo della complementarietà della coppia genitoriale. Un padre mammizzato, non è più tale: rappresenta una figura accessoria, quasi folcloristica, che può essere tranquillamente rimpiazzata dal nonno, dalla baby- sitter o da una zia.
Lʼambiguità di questa posizione conduce poi alla figura del papà peluche, ovvero a quel tipo di padre, morbido come un peluche, preposto unicamente al gioco e al divertimen- to che non è più ovviamente in grado di esercitare (o che teme di esercitare) unʼazione di contrasto e di distacco nei confronti del naturale atteggiamento narcisistico e autocentrato del bambino nella prima infanzia. Quelli che io definisco i “padri peluche” esercitano fondamentalmente una sorta di ruolo consumistico: spinti dalle pressioni della società, del marketing, della moda finiscono per accontentare i figli in tutto e per tutto assecondando richieste di gioco, acquisto, attività che però purtroppo non si trasformano quasi mai in vere esperienze di vita per i bambini. Oppure finiscono per voler controllare eccessivamente la vita dei figli, e investendo eccessive risorse emotive o proiettando i propri sogni e i propri vissuti interiori su di loro, non tollerano e di fatto impediscono qualsiasi intervento educativo esterno che non agisca nellʼottica della compiacenza o della gratificazione del pargolo.

La funzione paterna: regole e interessi vitali
Il codice paterno rappresenta la mappa regolativa del vivere, necessaria per potersi o- rientare nel mondo e affrontare la vita esplorandola nei suoi vari aspetti a partire da ri- ferimenti chiari e sufficienti a non perdere la bussola. Una caratteristica fondamentale del codice paterno è allora quella della chiarezza delle regole. Il paterno è chiaro, definito, sufficientemente comprensibile. Questo codice ha la funzione di consegnare le regole della vita sociale, i limiti entro i quali potersi muove- re, e in questo senso anche gli spazi di libertà consentiti. Il codice paterno è unʼofferta di libertà, perché il significato della regola è sostanzialmente questo: garantire un ambi- to allʼinterno del quale il bambino può agire, muoversi e decidere autonomamente cu- stodito da confini definiti.Esiste anche unʼaltra caratteristica tipicamente paterna, ed è quella degli interessi vita- li. Il codice paterno sembra per antonomasia portatore di interessi vitali, ossia di conno- tazioni dellʼesistenza che definiscono le potenzialità evolutive. Può esprimersi nellʼambito del lavoro, dello sport, delle intelligenze acquisite o da acquisire, della so- cialità, dove la figura del padre guida a scoprire le proprie risorse e i propri interessi. Il padre che guida verso unʼattività sportiva, che costruisce una casa sullʼalbero, che si confronta sulla vita e sulla morte, che spinge verso nuove esperienze sono solo alcuni degli esempi di questa specifica vocazione.
Con questo non voglio dire che non vi siano altri aspetti rilevanti in cui si gioca il codice paterno, ma, dal punto di vista pedagogico, i concetti di mappa regolativa e di interesse vitale mi sembrano i più significativi per superare definitivamente la figura del padre padrone e, al contempo, evitare la deriva del padre peluche.